mercoledì 18 luglio 2012
lunedì 9 luglio 2012
Pasolini, un delitto italiano.
Su La7 stasera primo appuntamento con il ciclo FILM CRONACA - 7 film 7 storie: alle 21.10 "Pasolini, un delitto italiano" (1995) di Marco Tullio Giordana, con Claudio Amendola, Giulio Scarpati e Nicoletta Braschi.
A seguire l'approfondimento di Enrico Mentana.
In tv e in streaming su http://live.la7.it/
"Ricostruzione, in forma di docudrama con la mescolanza di immagini "finte" e di materiale di repertorio in bianconero, del processo contro Pino Pelosi per la morte di Pier Paolo Pasolini, ucciso nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 sul lido di Ostia. Giordana e i suoi sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia non pretendono di raccontare la verità su quella morte, ma di spiegare perché quella verità non s'è mai saputa e perché la prima sentenza che condannò Pelosi per omicidio "con il concorso di ignoti" sia stata cassata nelle sentenze successive, rimossa dall'opinione pubblica, dimenticata. Nel film, montato con accorta efficacia da Cecilia Zanuso, di Pasolini si vede il volto, e si ascolta la voce, soltanto nei frammenti di repertorio. Qualcuno gli ha prestato un corpo, ma non il viso, nelle convulse e notturne sequenze dell'omicidio. Si risolve in un atto di accusa contro la putrefazione, l'indegnità, le pesanti responsabilità di una classe dirigente contro la quale in vita Pasolini s'era rivolto nei suoi scritti corsari." da Il Morandini
giovedì 5 luglio 2012
Non chiamatela "particella di Dio".
Non ho approfondite conoscenze di
fisica, in quanto la mia formazione intellettuale è più umanistica che
scientifica; ma sono una persona curiosa e quando non so qualcosa, cerco di
documentarmi.
Quindi, dalla lettura dei molti
articoli di fisici, matematici, filosofi, teologi (Zichichi, Masiero, Amaldi,
Greene, Longo, Israel, Vattimo, Mancuso, Giorello, Reale) apparsi in questi
ultimi giorni e concernenti la “scoperta” del bosone di Higgs, cercherò di dare
una spiegazione semplice ma realistica di tale scoperta.
Tutto comincia nel 1964 quando il
britannico Peter Higgs teorizzò l’esistenza di una particella (diventata poi
famosa come “particella di Dio”, dal titolo di un libro dello scettico Leon
Ledderman) per spiegare in che modo si differenzino e acquisiscano massa le
particelle che la teoria del “modello standard” prevede uguali e simmetriche.
L’Higgs avrebbe il ruolo di spezzare questa simmetria.
Per spiegare brevemente in cosa
consista il modello standard riprendo le parole di Giorgio Israel: “Il “modello
standard” riconduce la struttura dell’universo a dodici particelle
fondamentali, di cui sei sono costitutive della materia e sei sono mediatrici
delle forze, e precisamente interazione forte e debole e forza elettromagnetica
(che la teoria ha ridotto unificando le ultime due nell’interazione
elettrodebole). Le particelle mediatrici delle forze sono i bosoni”. Questo
modello ha avuto molte prove a conferma, e quella annunciata ieri a Ginevra è
forse la più importante, ma ancora presenta molti difetti. Ad esempio, non
include la forza gravitazionale e per tanto è ben lungi dal potersi presentare
come come teoria unificante del “tutto”.
Ma perché è importante questa
scoperta? I bosoni in sé non sono importanti, ma sono la manifestazione certa
dell’esistenza, in tutto lo spazio e fin da 1 decimo di miliardesimo di secondo
dopo il Big Bang, del campo di Higgs che, interagendo con le altre particelle,
dà loro una massa ben specifica.
Si potrebbe dire, per
esemplificare come ha fatto Giorello, che questo campo sia una specie di
sciroppo: inserendoci delle biglie queste rallentano la loro velocità e
appaiono di massa maggiore.
Al Cern di Ginevra è stato
costruito il Large Hadron Collider, un acceleratore di particelle lungo 27 km,
in cui vengono fatti accelerare protoni in direzioni opposte a una velocità
quasi pari a quella della luce e fatti scontrare. Dalle collisioni si
potrebbero raschiare delle “scaglie” del campo di Higgs, che apparirebbero come
particelle infinitesimale: i bosoni di Higgs. Questo si è verificato.
Si tratta indubbiamente di
un’importantissima scoperta, ma di certo è solo un punto di partenza. una cosa
è sicura, non è ancora giunto il momento in cui la scienza possa dire cosa ci
sia dietro la materia… non chiamiamola “particella di Dio”.
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