Visualizzazione post con etichetta Petizioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Petizioni. Mostra tutti i post

lunedì 11 agosto 2014

SBLOCCHIAMO IL DIALOGO


We can no longer ignore the suffering of millions due to the injustices of war. To take action, we’ve committed ourselves to influencing the public opinion by developing a greater awareness of the crisis in the Middle East and sending financial help to the families affected by it. This is our appeal.
Our first step:
August 15: wearing white T-shirts as a symbol of solidarity to spread awareness to the conflict in the Middle East.
We invite everyone to share and upload photos and videos on this page. We wish to get the involvement of as many people as possible in this effort!
https://www.facebook.com/dialoguetounlock/photos/pcb.655129901231488/655129617898183/?type=1&theater

martedì 5 febbraio 2013

IO HO FIRMATO!



Vi invito a firmare online su www.riparteilfuturo.it lanciata da Libera e intesa a chiedere  a tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, di sottoscrivere 5 impegni stringenti contro la corruzione. Serviranno per potenziare la legge anticorruzione nei primi cento giorni di legislatura e per rendere trasparenti le candidature.  

IO HO FIRMATO!



"La corruzione è uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza. Pochi paesi dell’Unione Europea vivono il problema in maniera così acuta (ci seguono solo Grecia e Bulgaria). Si tratta di un male profondo, fra le cause della disoccupazione, della crisi economica, dei disservizi del settore pubblico, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali.
Il prossimo 24 e 25 febbraio verremo chiamati a eleggere i nostri rappresentanti in Parlamento. È il momento di chiedere che la trasparenza diventi una condizione e non una concessione, esercitando il nostro diritto di conoscere.
Per questo domandiamo adesso, a tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, di sottoscrivere 5 impegni stringenti contro la corruzione. Serviranno per potenziare la legge anticorruzione nei primi cento giorni di legislatura e per rendere trasparenti le candidature.
Con questa petizione chiediamo a tutti candidati di:
  1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”
  2. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
  3. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
  4. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
  5. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
Grazie alla sottoscrizione di questi impegni si potrà sapere davvero quali candidati saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione.

Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.
Firma adesso per un futuro senza corruzione."



venerdì 12 ottobre 2012

Onore e rispetto? Una lettera a Mediaset contro la mafia


Alcuni giovani Siciliani hanno scritto una lettera a Mediaset in seguito alla messa in onda delle  fictions "Onore e rispetto" e "Squadra antimafia".
Si può sottoscrivere la lettera partecipando all'evento su Facebook:    http://www.facebook.com/events/156022757873040/

Ecco il testo della lettera:

Spett.le Dottor Donelli,
a scriverLe è una parte di quella giovane Italia che non trova più rappresentazione nei prodotti commerciali sottoposti alla nostra attenzione.
Questa lettera è il frutto di una lunga meditazione su ciò che è più giusto proporre mediaticamente e su quanto ci si possa spingere oltre le imprescindibili esigenze del business, dello spettacolo, della dura legge dell’audience e dello share.

Uno spettacolo - specialmente di prima serata - dovrebbe essere prima di tutto gradevole, godibile, comunicativo, educativo e rappresentativo.
Il cinema e la fiction italiana si sono sempre contraddistinti per la loro capacità di far assaporare in poltrona la vita reale mediante l’impareggiabile bravura dei ns. registi nel portare in scena spaccati di vita, di sofferenza e anche di crude realtà che quotidianamente animano il nostro bel Paese.

Le ultime settimane, invece, hanno visto una concentrazione in prima serata – sicuramente non a caso - di due fiction interamente dedicate alla criminalità più spietata, efferata, a tratti disumana ed irreale, che non può rispecchiare i valori e i principi del popolo italiano. Infatti, pur continuando a rimanere fiduciosi nei confronti della funzione educativa del mezzo televisivo e nell’impegno che la Vs. emittente ha sempre dedicato a questa imprescindibile funzione, tuttavia, si ha difficoltà nel comprendere la logica sottesa alle ultime fiction.

Senza voler limitare il discorso a uno o più prodotti determinati e prendendo soltanto spunto dalle ultime due fiction di Mediaset, “L’Onore e il Rispetto” e “Squadra Antimafia” vorremmo suscitare una riflessione su almeno tre questioni:



1. Cos’è per voi l’Italia ?

Dalla visione di queste fiction rimane l’immagine di un’Italia che non cambia e non prova nemmeno a farlo; che dagli inizi del 900 sino a oggi è animata dalle stesse barbare pulsioni (e non passioni), dagli stessi animaleschi istinti (e non sentimenti), di un’Italia assetata di denaro, di potere, che continua a considerare la donna come un oggetto su cui esercitare un pieno diritto di proprietà (utendi et abutendi), che non ha alcun rispetto delle istituzioni, dei luoghi sacri, del focolare domestico, della vita.

E’ questa l’Italia? E’ questo un italiano?

Non scandalizziamoci allora se poi all’estero alla parola italiano affiancano quella di mafia, di corrotto, di uomo scansa fatiche. Nessuno chiede di ignorare i tanti mali che attanagliano il nostro Paese, e saremmo soltanto degli illusi se pensassimo che la mafia o la corruzione non esistono, ma non possiamo accettare che passi il messaggio che l’Italia è soltanto questo.



2. Cos’è per voi la Sicilia?

Fare un film in Sicilia è un’esperienza indimenticabile a detta di registi, attori e scenici. Ma non si può sempre pensare di scendere giù, fare un bagno nelle sue meravigliose acque, sedersi a tavola a gustare una granita al limone, godere dei paesaggi, strappandone i modi di dire, costruendo stereotipi, ignorando le impareggiabili lotte per la libertà e la giustizia che si sono combattute in questa terra.

Nonostante all’opinione pubblica non interessi e certamente non fa aumentare lo share, la Sicilia è terra che da tempo combatte da sola la sua battaglia contro l’ingiustizia e il sopruso; che con fatica muove passi verso la legalità e che è costretta ogni volta a dover subire l’onda mediatica di una fiction che rigetta nello sconforto un intero popolo, rivanga sentimenti di sconfitta, sottolineando che nulla potrà mai cambiare.
E’ questa la Sicilia?



3. Nelle fiction Mediaset, l’Italia e i suoi giovani muoiono assieme.

A nostro sommesso avviso, l’errore non sta nella trama della, ma nel messaggio finale, in quello che resta dopo ogni puntata al telespettatore una volta spenta la TV.

Se per un attimo si mettessero di canto gli effetti scenici, l’alta definizione, il 3D, il 4D, l’effetto dolby, si tornerebbe a pensare che dietro ogni corpo morto di una pellicola deve esserci un’anima, un messaggio da veicolare.

Dalle due fiction prese a modello, dal nostro punto di vista, traspare uno spaccato di un’Italia disarmata, odorante di malaffare e del puzzo di politici e uomini di potere corrotti; di una gioventù disinteressata e puerile.
Difatti, cosa fanno i giovani nelle fiction di Mediaset? Sono al soldo della mafia, muoiono ammazzati, stuprati, uccidono i loro familiari, aspirano, non a conseguire una laurea, ma a diventare il capo del mandamento di questo o quell’altro quartiere.

Non si pensa, inoltre, al male che si fa ai giovani che a fatica tentano di lasciarsi alle spalle un difficile passato e lottano per un futuro migliore. Forse i genitori di altre parti d’Italia possono tranquillizzare i loro piccoli che quell’orrore visto in TV non li riguarderà mai in prima persona, perché quelle cose accadono solo nel profondo Sud, ma una mamma del meridione questo non può dirlo e al figlio non resterà che associare all’immagine dell’uomo forte, ricco e potente quella del mafioso.

Nelle fiction di Mediaset il male trionfa sempre e ai limiti del surreale, perché l’esigenza scenica impone di mettere in cantiere la IV , la V, e la VI serie, con protagonista un “eroe” che sa di fumetto, che non muore mai, insensibile alle pallottole.
Ma quindi in Italia ci sono solo i cattivi?
No, ci sono anche i buoni, ma come vengono rappresentati? Poveri, sgobboni, mosche bianche e con le ore contante. In maniera sbrigativa si deve, invece, liquidare l’uscita di scena di quel povero illuso che aveva provato a cambiare le cose, di quel magistrato, poliziotto o uomo comune che sa solo arrendersi, perché evidentemente questa è l’immagine che si vuol dare dell’Italia, una terra di inetti.



4. Il perché di una lettera.

Ci corre l’obbligo di precisare che la Ns. non vuole assolutamente risultare una critica gratuita o una sterile polemica, ma soltanto la necessità di segnalare un forte disagio.
Si è scelto di farlo in forma privata e senza alcuna ricerca di spettacolarizzare la notizia, che avrebbe dato a noi e alla notizia “gli onori” delle cronache e magari Vi avrebbe imposto – per atto dovuto – una riflessione.

Confidiamo, invece, in una Vs. risposta che provenga dalla coscienza e dal Vs. essere italiani, si può fare cinema anche provando a dare un contributo alla società, parlando dell’amore, dei giovani, del bene vita, dell’amicizia, dei sogni degli adolescenti, e perché no anche del male, della mafia e della violenza, ma di un male dal quale si può anche guarire, dei buoni che tante volte vincono sui cattivi e di un’Italia che – seppur ferita – si rialza.

Cordialmente

venerdì 11 maggio 2012

Petizione contro il deforestamento



PETIZIONE CONTRO IL DEFORESTAMENTO IN AMAZZONIA:




Cari amici,


Il Parlamento brasiliano ha appena approvato una leggeche dà ai taglialegna e ai contadinicarta bianca per abbattere aree sterminate di foresta amazzonica. Solo la Presidente Dilma può porre il veto. La pressione interna sta montando, ma una mobilitazione da tutto il mondo può dimostrarle che la sua reputazione internazionale è in pericolo. Costringiamola a fermare le motoseghe in Amazzonia:firma la petizione urgente e dillo a tutti! 

Firma la petizione
Il Parlamento brasiliano ha appena approvato una legge devastante per le foreste, perché darebbe carta bianca a taglialegna e contadini per tagliare aree sterminate della foresta amazzonica. Solo la Presidente Dilma può fermare questa legge.

Il momento però è propizio: tra poche settimane Dilma ospiterà il più importante vertice mondiale sull'ambiente. Gli addetti ai lavori dicono che per lei il conto da pagare sarebbe troppo salato se dovesse fare la padrona di casa nei panni di quella che ha appena approvato la distruzione della foresta pluviale. In più Dilma sta fronteggiando pressioni interne crescenti: ben il 79% dei brasiliani è contro questa nuova legge. Se ci uniremo a loro ora potremo aumentare la pressione mondiale e prendere a colpi di motosega la legge, non la foresta.

Dilma potrebbe decidere in qualsiasi momento: costringiamola a porre il suo veto ora. Clicca sotto per firmare la petizione urgente per fermare questa distruzione pericolosa della foresta amazzonica, e se hai già firmato fai il passaparola con tutti:
http://www.avaaz.org/it/veto_dilma_global/?vl

La foresta amazzonica è il polmone indispensabile per la vita sulla terra: 20% del nostro ossigeno viene da questa magnifica foresta pluviale, che ha un ruolo fondamentale nell'ostacolare il cambiamento climatico mondiale. Negli ultimi 10 anni il Brasile ha ridotto drasticamente il tasso di deforestazione, facendolo scendere del 78% tra il 2004 e il 2011. Come ha fatto? Con una legge per proteggere le foreste sostenuta da tutto il mondo e con il controllo serrato della sua applicazione anche grazie a un sistema di monitoraggio satellitare.

Ma questa nuova legge è molto pericolosa: consentirebbe di deforestare un’area grande quanto la Francia e la Gran Bretagna messe insieme e concederebbe ai taglialegna un’amnistia per tutti i crimini di deforestazione commessi in passato. Questonon solo scatenerebbe la devastazione totale delle foreste in Brasile, ma creerebbe anche un precedente negativo per tutti gli altri paesi. È per questo motivo che è così importante che tutti noi ci attiviamo per proteggerla.

Il Brasile è un paese in rapido sviluppo, impegnato a far uscire milioni di persone dalla povertà. Nonostante sia dimostrato che non c'è nessuna correlazione fra deforestazione e crescita, Dilma è sotto pressione da parte delle potenti lobby dell’agricoltura che l’hanno aiutata a essere eletta e che vogliono abbattere gli alberi per fare profitto. E ora la situazione sta assumendo contorni drammatici: alcuni attivisti sono stati zittiti, minacciati e uccisi. Ma gli ex ministri dell'ambiente e i cittadini di tutto il Brasile hanno mandato un messaggio chiaro a Dilma: vogliono salvare la foresta amazzonica.Ora sta a noi dare loro supporto, incoraggiando la Presidente Dilma a rimanere con la schiena dritta.

Sul destino della foresta amazzonica pende questa enorme minaccia. Ma con la Presidente così sotto pressione da parte dell'opinione pubblica, possiamo trasformare la mobilitazione dei cittadini di tutto il mondo in una vittoria per tutto il pianeta! Firma ora la petizione urgente e dillo a tutti: le firme saranno consegnate dall’ex Ministro dell'ambiente direttamente nelle mani di Dilma:
http://www.avaaz.org/it/veto_dilma_global/?vl

Negli ultimi 3 anni abbiamo vinto molte battaglie che all’inizio sembravano improbabili. Uniamoci ora prima che sia troppo tardi, per fermare la distruzione della foresta amazzonica, proteggere il nostro pianeta e per consentire a Dilma di diventare una forte leader internazionale in difesa dell’ambiente.

Con speranza e determinazione,

Luis, Pedro, Maria Paz, Alice, Ricken, Carol, Lisa, Rewan e tutto il team di Avaaz

Brasile, ok a legge sulle foreste. Ambientalisti: è una catastrofe (Il Fatto Quotidiano)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/26/brasile-legge-sulle-foreste-ambientalisti-catastrofe/209190/

Il premio Oscar Colin Firth lancia un appello a favore di una tribù della foresta amazzonica (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/ambiente/12_aprile_26/colin-firth-testimonial-per-survival-e-tribu-amazzonia_80fbc206-8fac-11e1-b563-5183986f349a.shtml

La riforma sulle foreste in Brasile permetterà di tagliare alberi più facilmente (Il Post)
http://www.ilpost.it/2012/04/26/la-riforma-sulle-foreste-in-brasile/

Votata legge pro-deforestazione, chiesto veto della Rousseff (TMnews)
http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120426_00166.shtml

mercoledì 18 aprile 2012

Salvare Internet dal bavaglio!




Riporto l'invito a firmare la petizione di Avaaz.org- un'organizzazione no-profit e indipendente con 14 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali- contro il controllo di Internet da parte di AGCOM.

Cari amici, 



Il governo Monti potrebbe dare ad AGCOM il potere di chiudere qualunque sito internet per il semplice sospetto di violazione del copyright. Le potenti lobby dell’industria e dei media stanno esercitando una forte pressione ma una mobilitazione pubblica può convincere il Presidente Monti ad abbandonare questo nuovo attacco alla libertà di Internet. Mancano pochi giorni: firma la petizione e condividila!



Firma la petizione
Da un momento all'altro il governo Monti potrebbe approvare una legge che ucciderebbe la libertà di Internet così come la conosciamo oggi: mancano pochi giorni e solo una grande mobilitazione pubblica può fermarlo.

Alcuni quotidiani hanno fatto trapelare la bozza di una legge scritta in segreto dal governo che darebbe all’Autorità delle Comunicazioni (AGCOM) il potere di chiudere qualunque sito internet per il semplice sospetto di violazione del diritto d’autore. Le potenti lobby dell’industria e dei media stanno facendo pressione sul governo affinché la legge sia adottata il prima possibile, ma oltre 30 parlamentari hanno lanciato l’allarme e se saremo in tanti ad agire ora potremo convincere il Presidente Monti ad abbandonare la legge bavaglio e a proteggere la nostra libertà della Rete.

Lo scorso anno la campagna di Avaaz ha generato un ciclone mediatico enorme e fermato AGCOM dall'adottare di nascosto un regolamento bavaglio simile a questa legge: possiamo farlo di nuovo. Monti è sempre più sensibile all’opinione pubblica man mano che la sua popolarità scende: ora è il momento di farci ascoltare. Clicca sotto per firmare la petizione per chiedergli di abbandonare il bavaglio e salvare Internet: le nostre firme saranno consegnate agli uffici del Presidente, ai ministri chiave e ai media:

http://www.avaaz.org/it/monti_save_our_internet/?vl 

Senza un effettivo sistema di pesi e contrappesi, AGCOM può diventare una vera minaccia alla nostra democrazia. Nominati dai maggiori partiti, i suoi membri operano con pochissima trasparenza e rispondono ai diktat di potenti interessi politici e industriali, spesso senza alcun controllo parlamentare. Ora, con la nuova legge, i suoi poteri di censura potrebbero crescere pericolosamente.

La bozza di legge trapelata permetterebbe ad AGCOM di chiudere, nell’arco di poche ore e senza l’intervento di un giudice, interi siti d'informazione e d'interesse pubblico, come WikiLeaks, portali di software libero e siti di video come Youtube, solo perché uno specifico contenuto o una canzone è sospettata di violare il diritto d’autore.

Il paladino della nuova legge bavaglio è il sottosegretario di stato, Antonio Catricalà, sotto l’enorme pressione di giganti dell’informazione come Mediaset e della potente industria dell’intrattenimento. Ma tanto l’influente sottosegretario Paolo Peluffo quanto il Presidente Monti sono molto preoccupati per le possibili conseguenze di una nuova mobilitazione popolare a causa della posizione sempre più instabile del governo.

Non ci rimane molto tempo. Il governo potrebbe approvare la legge in uno dei prossimi Consigli dei Ministri, rendendo definitivi i nuovi poteri di censura di Agcom, proprio ora che il suo mandato sta per scadere. Uniamoci alle voci dei parlamentari e chiediamo lo stop dell'approvazione in extremis di questa legge bavaglio che mette in pericolo Internet libero.Firma ora la petizione e condividila con tutti:

http://www.avaaz.org/it/monti_save_our_internet/?vl 

Negli ultimi due anni abbiamo aiutato a far nascere un movimento senza precedenti per la libertà di Internet, che ha fermato numerosi tentativi di imporre bavagli e altre censure in Italia e nel mondo, grazie alla raccolta di milioni di firme, con decine di migliaia di chiamate ai decisori, e lavorando palmo a palmo con giornalisti, politici e leader della società civile. Mostriamo la nostra forza collettiva e fermiamo questo nuovo attacco.

Con speranza e determinazione,

Luis, Luca, Emma, Ricken, Giulia, Antonia, Stephanie e tutto il team di Avaaz


Ulteriori Informazioni:

Agcom deve essere fermata: esperti e cittadini contro la legge bavaglio del governo (La Stampa)
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/448378/

La bozza di legge bavaglio trapelata (La Stampa)
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=1326

Il governo in soccorso all’Agcom sul diritto d’autore (Punto Informatico)
http://punto-informatico.it/3487960/PI/Commenti/diritto-autore-governo-soccorso-agcom.aspx

PD, IDV, UDC chiedono a Monti di esprimere la sua posizione sulla legge del governo e sul regolamento AGCOM (TMNews)
http://www.primaonline.it/2012/04/04/104439/internet-pd-idv-udcgoverno-renda-noto-testo-su-diritto-dautore/

Il Presidente dell’Agcom vuole approvare il regolamento prima di maggio (La Repubblica) 
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/04/04/news/calabro_va_avanti-32760683/