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lunedì 11 agosto 2014

SBLOCCHIAMO IL DIALOGO


We can no longer ignore the suffering of millions due to the injustices of war. To take action, we’ve committed ourselves to influencing the public opinion by developing a greater awareness of the crisis in the Middle East and sending financial help to the families affected by it. This is our appeal.
Our first step:
August 15: wearing white T-shirts as a symbol of solidarity to spread awareness to the conflict in the Middle East.
We invite everyone to share and upload photos and videos on this page. We wish to get the involvement of as many people as possible in this effort!
https://www.facebook.com/dialoguetounlock/photos/pcb.655129901231488/655129617898183/?type=1&theater

lunedì 9 settembre 2013

Lettera del premio Nobel per la pace Esquivel a Obama



"Lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Barack Hussein Obama:

Ascolta il grido dei popoli! La situazione in Siria è preoccupante e ancora una volta gli Usa, erigendosi a gendarmi del mondo, pretendono di invaderla in nome della libertà e dei diritti umani. Il tuo predecessore George W. Bush, nella sua follia messianica, ha saputo strumentalizzare il fondamentalismo religioso per iniziare le guerre in Iraq e in Afghanistan. Quando affermava di conversare con Dio, e che Dio gli diceva di attaccare l'Iraq, lo faceva perché era volere di Dio esportare la “libertà” nel mondo.
Hai parlato, in occasione dei 50 anni della morte di Martin Luther King, anche lui premio Nobel per la Pace, della necessità di completare il “sogno” della mensa condivisa, di cui fu espressione maggiormente significativa la lotta per i diritti civili contro il razzismo nella prima democrazia schiavista del mondo. Luther King fu un uomo che diede la sua vita per dare la vita, e per questo è un martire del nostro tempo. Lo uccisero dopo la marcia su Washington perché si opponeva con la disobbedienza civile a continuare nell'essere complici nella guerra imperialista contro il Vietnam. Davvero credi che invadere militarmente un altro popolo sia portare questo sogno?
Armare dei ribelli per poi autorizzare l'intervento della Nato non è cosa nuova per il tuo Paese e i suoi alleati. Né è cosa nuova che gli Usa pretendano di invadere Paesi accusandoli di possedere armi di distruzione di massa, che nel caso dell'Iraq è risultato non essere provato. Il tuo Paese ha appoggiato il regime di Saddam che ha utilizzato armi chimiche per annientare la popolazione curda e contro la rivoluzione iraniana e non ha fatto nulla per punirlo perché in quel momento erano alleati. E ora pretende di invadere la Siria senza nemmeno conoscere i risultato dell'indagine Onu su autorizzazione dello stesso governo siriano. Certamente l'uso di armi chimiche è immorale e da condannare, ma il tuo governo non possiede alcuna autorità morale per giustificare un intervento.
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon ha affermato che un attacco militare in Siria potrebbe peggiorare il conflitto. Il mio Paese, l'Argentina, attualmente alla presidenza di turno del Consiglio di sicurezza, ha reso pubblica la sua posizione contro un tale intervento, rifiutandosi di essere “complice di nuove morti”. Anche papa Francesco ha invitato a rendere globale la richiesta di pace e indetto una giornata di digiuno e preghiera contro la guerra per il 7 settembre, alla quale aderiamo. Persino il tuo alleato storico, la Gran Bretagna, si è rifiutato – almeno per ora – di prendere parte all'invasione.
Il tuo Paese sta trasformando la primavera araba nell'inferno della Nato, provocando guerre in Medio Oriente e scatenando il ladrocinio delle multinazionali. L'invasione che sostieni porterà ad altra violenza e altre morti, nonché la destabilizzazione della Siria e dell'intera regione. Con che obiettivo? Un analista lucido, Robert Fisk, ha sottolineato che l'obiettivo è l'Iran e procrastinare la creazione di uno Stato palestinese, non reagire all'indignazione suscitata dalla morte di centinaia di bambini siriani. E proprio quando in Iran ha trionfato un governo moderato, per cui è possibile cercare scenari di negoziazione pacifica ai conflitti esistenti. Questa sarà una politica suicida per il tuo Paese.
La Siria ha bisogno di una soluzione politica, non militare. La comunità internazionale deve dare il suo appoggio alle organizzazioni sociali che cercano la pace. Il popolo siriano, come tutti gli altri, ha diritto all'autodeterminazione e a definire il proprio processo democratico, e dobbiamo aiutarli nella misura in cui hanno bisogno di noi. Ma il tuo Paese non ha l'autorità morale, né legale, né la legittimità per invadere la Siria o qualsiasi altro Paese. Men che meno dopo aver ucciso 220 mila persone in Giappone lanciando bombe atomiche.
Nessun membro del Congresso può legittimare l'illegittimabile, né legalizzare l'illegalizzabile. Soprattutto tenendo conto di ciò che ha detto tempo fa l'ex presidente Usa J. Carter: “Gli Stati Uniti non hanno una democrazia che funziona”.
Le intercettazioni illegali che il tuo governo porta avanti nei confronti dei cittadini sembrano non essere molto efficienti, perché secondo un'inchiesta della Reuters, il 60 per cento degli americani si oppongono all'invasione che vuoi lanciare. Per questo ti chiedo: a chi obbedisci?
Il tuo governo è diventato un pericolo per l'equilibrio internazionale e per il proprio popolo, gli Usa si sono trasformati in un Paese che non riesce a smettere di esportare morte per mantenere la sua economia e il suo potere. Noi non smetteremo di cercare di impedirlo. Sono stato in Iraq dopo i bombardamenti degli anni Novanta, prima dell'invasione che ha deposto Saddam. Ho visto un rifugio pieno di donne e bambini uccisi dai missili telecomandati: danni collaterali, li chiamate.
I popoli stanno dicendo basta alle guerre. L'umanità reclama la pace e il diritto a vivere in libertà. I popoli vogliono trasformare le armi in aratri, e il cammino per farlo è disarmare le coscienze armate.
Non dimenticare mai che raccogliamo i frutti di ciò che seminiamo. Qualunque essere umano dovrebbe coltivare la pace, e tanto più un Premio Nobel. Spero che non finirai per trasformare il sogno di fraternità a cui anelava King in un tormento per i popoli e per l'umanità. Pace e bene,Adolfo Pérez Esquivel
Premio Nobel per la pace
"

giovedì 30 maggio 2013

Approvata alla Camera la Convenzione di Istambul

 
 
Il 28 maggio scorso, la Camera ha approvato con 545 sì su 545 presenti la Convenzione di Istambul contro la violenza sulle donne. Ora il voto spetta al Senato.
Il nostro è il quinto Paese ad approvare il trattato, che per essere applicato dovrà essere ratificato da almeno 10 Paesi, dei quali 8 facenti parte del Consiglio Europeo.
La Convenzione è il "primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione ha tra i suoi principali obiettivi l’individuazione di una strategia condivisa per il contrasto del- la violenza sulle donne, ma anche la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Ma l’aspetto più innovativo del testo è senz’altro quello di riconoscere la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Nella Convenzione, tra l’altro, viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno. È prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica e viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili e dell’aborto e della sterilizzazione forzata."
(Luca Liverani, Avvenire, 29/05/2013)

 

venerdì 8 marzo 2013

Etiopia, Somali Region: I thirst!



La Somali Region è una regione al confine tra Etiopia e Somalia. A gennaio è stata- di nuovo- classificata come zona "in stato di crisi alimentare". Qui l'84% della popolazione pratica agricoltura e pastorizia con il semplice e puro scopo della sussistenza... ma non c'è acqua! Negli ultimi 30 anni si calcolano almeno 8  carestie causate dalla siccità. Le donne percorrono una distanza minima di 5 chilometri per procurarsi l'acqua sporca, marrone e fangosa dei pozzi. I primi a bere? Le capre, poi, se resta qualcosa, gli uomini.
La Regione è la più povera ed arretrata dell'Etiopia; qui fino a 20 anni fa si combatteva contro il governo centrale. Ora la regione non è indipendente, ma si trova a tutti gli effetti priva di servizi, primo fra tutti quello idrico.
Come uscirne? Secondo l'ONG Oxfam Italia (Oxford Commitee for Famine Relief): "Bisogna colmare il divario tra il mondo dell'umanitario e quello dello sviluppo: i fondi arrivano dopo l'emergenza invece di prevenirla".

mercoledì 26 settembre 2012

Born in this world


If a child makes it past their fifth birthday, they have a much improved chance of surviving into adulthood and thriving. 

But they face many challenges along the way, from birth complications to pneumonia, diarrhoea and malaria, to a lack of clean water and sanitation, to nutrition problems. 

This series of infographics display the biggest dangers that children face in the first five years of their lives and what we can do to help them. View the full original infographic: http://uni.cf/UtAeyv

venerdì 27 aprile 2012

Charles Taylor, condannato per crimini contro l'umanità

Ieri la Corte Internazionale per la Sierra Leone ha condannato l'ex presidente della Liberia, colpevole di aver facilitato ed incoraggiato crimini di guerra e contro l'umanità.
L'ex signore della guerra liberiano era accusato di aver armato e fornito assistenza ai ribelli del Ruf (Fronte rivoluzionario unito) nella guerra civile in Sierra Leone (1991-2001), che usavano mutilare piedi e mani alle loro vittime con il machete, e di essere responsabile di numerosi altri crimini commessi dai ribelli, tra cui omicidi, stupri di massa, torture e arruolamento di bambini-soldato. Il giudice Richard Lussick ha aggiunto inoltre che l'ex presidente liberiano fornì armi ai ribelli del Ruf in cambio di diamanti. Infatti sotto la sua presidenza la Liberia era diventata una fra le prime nazioni per esportazione di diamanti, pur essendone totalmente priva.
L'ex dittatore liberiano, ritenuto colpevole di tutti e undici i capi d'imputazione sollevati dall'accusa, scontera' la pena, della quale si conoscera' l'entita' il 30 maggio- giorno della sentenza- , in Gran Bretagna.
Si tratta della prima volta in cui un tribunale internazionale condanna un capo di stato per crimini contro l'umanità dal Processo di Norimberga in cui vennero condannati i gerarchi nazisti. Tuttavia le famiglie delle vittime (50mila persone in Sierra Leone e 300mila in Liberia) non sono soddisfatte in quanto l'ex presidente non è stato riconosciuto capo e mandante dei delitti commessi, ma solo di averli appoggiati attraverso il commercio di armi.

La sentenza di colpevolezza contro Charles Taylor arriva nel mezzo di una faticosa tregua raggiunta in Siria, per il cui capo di Stato, Bashar Assad, e' stato piu' volte evocato il ricorso a un tribunale internazionale che lo giudichi per i crimini compiuti nella repressione della dissidenza siriana. I primi a lanciare un messaggio chiaro in questa direzione sono state le Nazioni Unite, Washington e l'Ue. Se per Ban Ki-moon essa e' "un segnale forte che avverte i leader di come saranno ritenuti responsabili delle loro azioni, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha affermato: "E' un messaggio forte per chi si macchia di atrocita', compresi coloro che occupano le piu' alte posizioni di potere che saranno ritenuti responsabili". E dalla Francia, che sul quadro siriano ha una posizione molto dura e' giunta la dichiarazione del ministro degli Esteri, Alain Juppe: "Siamo di fronte a un precedente storico. E' venuto il momento che i dittatori e i loro complici comprendano che non possono compiere impunemente atti contro la coscienza umana".  (fonte Agi.it)