giovedì 5 luglio 2012

Non chiamatela "particella di Dio".



Non ho approfondite conoscenze di fisica, in quanto la mia formazione intellettuale è più umanistica che scientifica; ma sono una persona curiosa e quando non so qualcosa, cerco di documentarmi.
Quindi, dalla lettura dei molti articoli di fisici, matematici, filosofi, teologi (Zichichi, Masiero, Amaldi, Greene, Longo, Israel, Vattimo, Mancuso, Giorello, Reale) apparsi in questi ultimi giorni e concernenti la “scoperta” del bosone di Higgs, cercherò di dare una spiegazione semplice ma realistica di tale scoperta.
Tutto comincia nel 1964 quando il britannico Peter Higgs teorizzò l’esistenza di una particella (diventata poi famosa come “particella di Dio”, dal titolo di un libro dello scettico Leon Ledderman) per spiegare in che modo si differenzino e acquisiscano massa le particelle che la teoria del “modello standard” prevede uguali e simmetriche. L’Higgs avrebbe il ruolo di spezzare questa simmetria.
Per spiegare brevemente in cosa consista il modello standard riprendo le parole di Giorgio Israel: “Il “modello standard” riconduce la struttura dell’universo a dodici particelle fondamentali, di cui sei sono costitutive della materia e sei sono mediatrici delle forze, e precisamente interazione forte e debole e forza elettromagnetica (che la teoria ha ridotto unificando le ultime due nell’interazione elettrodebole). Le particelle mediatrici delle forze sono i bosoni”. Questo modello ha avuto molte prove a conferma, e quella annunciata ieri a Ginevra è forse la più importante, ma ancora presenta molti difetti. Ad esempio, non include la forza gravitazionale e per tanto è ben lungi dal potersi presentare come come teoria unificante del “tutto”.
Ma perché è importante questa scoperta? I bosoni in sé non sono importanti, ma sono la manifestazione certa dell’esistenza, in tutto lo spazio e fin da 1 decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, del campo di Higgs che, interagendo con le altre particelle, dà loro una massa ben specifica.
Si potrebbe dire, per esemplificare come ha fatto Giorello, che questo campo sia una specie di sciroppo: inserendoci delle biglie queste rallentano la loro velocità e appaiono di massa maggiore.
Al Cern di Ginevra è stato costruito il Large Hadron Collider, un acceleratore di particelle lungo 27 km, in cui vengono fatti accelerare protoni in direzioni opposte a una velocità quasi pari a quella della luce e fatti scontrare. Dalle collisioni si potrebbero raschiare delle “scaglie” del campo di Higgs, che apparirebbero come particelle infinitesimale: i bosoni di Higgs. Questo si è verificato.
Si tratta indubbiamente di un’importantissima scoperta, ma di certo è solo un punto di partenza. una cosa è sicura, non è ancora giunto il momento in cui la scienza possa dire cosa ci sia dietro la materia… non chiamiamola “particella di Dio”.


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