venerdì 27 aprile 2012

Charles Taylor, condannato per crimini contro l'umanità

Ieri la Corte Internazionale per la Sierra Leone ha condannato l'ex presidente della Liberia, colpevole di aver facilitato ed incoraggiato crimini di guerra e contro l'umanità.
L'ex signore della guerra liberiano era accusato di aver armato e fornito assistenza ai ribelli del Ruf (Fronte rivoluzionario unito) nella guerra civile in Sierra Leone (1991-2001), che usavano mutilare piedi e mani alle loro vittime con il machete, e di essere responsabile di numerosi altri crimini commessi dai ribelli, tra cui omicidi, stupri di massa, torture e arruolamento di bambini-soldato. Il giudice Richard Lussick ha aggiunto inoltre che l'ex presidente liberiano fornì armi ai ribelli del Ruf in cambio di diamanti. Infatti sotto la sua presidenza la Liberia era diventata una fra le prime nazioni per esportazione di diamanti, pur essendone totalmente priva.
L'ex dittatore liberiano, ritenuto colpevole di tutti e undici i capi d'imputazione sollevati dall'accusa, scontera' la pena, della quale si conoscera' l'entita' il 30 maggio- giorno della sentenza- , in Gran Bretagna.
Si tratta della prima volta in cui un tribunale internazionale condanna un capo di stato per crimini contro l'umanità dal Processo di Norimberga in cui vennero condannati i gerarchi nazisti. Tuttavia le famiglie delle vittime (50mila persone in Sierra Leone e 300mila in Liberia) non sono soddisfatte in quanto l'ex presidente non è stato riconosciuto capo e mandante dei delitti commessi, ma solo di averli appoggiati attraverso il commercio di armi.

La sentenza di colpevolezza contro Charles Taylor arriva nel mezzo di una faticosa tregua raggiunta in Siria, per il cui capo di Stato, Bashar Assad, e' stato piu' volte evocato il ricorso a un tribunale internazionale che lo giudichi per i crimini compiuti nella repressione della dissidenza siriana. I primi a lanciare un messaggio chiaro in questa direzione sono state le Nazioni Unite, Washington e l'Ue. Se per Ban Ki-moon essa e' "un segnale forte che avverte i leader di come saranno ritenuti responsabili delle loro azioni, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha affermato: "E' un messaggio forte per chi si macchia di atrocita', compresi coloro che occupano le piu' alte posizioni di potere che saranno ritenuti responsabili". E dalla Francia, che sul quadro siriano ha una posizione molto dura e' giunta la dichiarazione del ministro degli Esteri, Alain Juppe: "Siamo di fronte a un precedente storico. E' venuto il momento che i dittatori e i loro complici comprendano che non possono compiere impunemente atti contro la coscienza umana".  (fonte Agi.it)

venerdì 20 aprile 2012

Lavorare per il futuro delle nuove generazioni



"Dieci milioni e 837 mila bambini e adolescenti; il 17% circa della popolazione del nostro Paese. E di questi, è bene ricordarlo, 1 milione e 38 mila sono di origine straniera regolarmente registrate all’anagrafe. Tante sono le persone di minore età delle quali l’Authority direttamente o indirettamente dovrà occuparsi. È evidente la sperequazione riguardo ai diritti di cui godono i bambini e gli adolescenti nella società italiana; del resto, i bambini non votano, non hanno accesso alle potenti lobby che influenzano le agende dei governi, non costituiscono gruppi di pressione, ordini professionali o corporazioni, non hanno sindacati e non possono scioperare."
Così inizia la prima relazione al Parlamento dell'Autorità per l'Infanzia e l'Adolescenza.
Il dato più allarmante riportato dal presidente Vincenzo Spadafora, fondato su tre ricerche dell'Autorità stessa, di Save the Chidldren e dell'Istat, è relativo alla povertà: "L’Italia è tra i Paesi OCSE con il tasso di povertà relativa più elevato fra i bambini, il 15% dei bambini italiani vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. Secondo l’ISTAT, infatti, in Italia sono 1 milione e 876 mila le persone di minore età che vivono in famiglie povere e 653 mila quelle che vivono in condizione di assoluta povertà.
La situazione più grave è nel Mezzogiorno: la Sicilia ha la quota più elevata di persone di minore età povere (44%), seguita dalla Campania (32%) e dalla Basilicata (31%). È allarmante inoltre il dato in crescente aumento delle famiglie a “rischio povertà”: famiglie, cioè, che non sono considerate povere ma che potrebbero facilmente diventarlo a fronte di eventi negativi."
Il commento del presidente della Camera Fini è del ministro per la Cooperazione e l'integrazione Riccardi auspicano un cambiamento di ortta ed un'alleanza culturale. 
La povertà delle famiglie fa sì che siano in aumento i fenomeni di bullismo e le bande- per lo più divise per etnie- dedite a piccoli furti e molestie ai cittadini.
Spadafora insiste affinché il governo valuti "le ricadute sui minori dei provvedimenti economici" ed Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzuro, segnala l'aummento di violenze in famiglia.

Telefono azzurro sarà presente in 2.300 piazze italiane con una campagna di sensibilizzazione il 21, 22 di questo mese.

mercoledì 18 aprile 2012

Salvare Internet dal bavaglio!




Riporto l'invito a firmare la petizione di Avaaz.org- un'organizzazione no-profit e indipendente con 14 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali- contro il controllo di Internet da parte di AGCOM.

Cari amici, 



Il governo Monti potrebbe dare ad AGCOM il potere di chiudere qualunque sito internet per il semplice sospetto di violazione del copyright. Le potenti lobby dell’industria e dei media stanno esercitando una forte pressione ma una mobilitazione pubblica può convincere il Presidente Monti ad abbandonare questo nuovo attacco alla libertà di Internet. Mancano pochi giorni: firma la petizione e condividila!



Firma la petizione
Da un momento all'altro il governo Monti potrebbe approvare una legge che ucciderebbe la libertà di Internet così come la conosciamo oggi: mancano pochi giorni e solo una grande mobilitazione pubblica può fermarlo.

Alcuni quotidiani hanno fatto trapelare la bozza di una legge scritta in segreto dal governo che darebbe all’Autorità delle Comunicazioni (AGCOM) il potere di chiudere qualunque sito internet per il semplice sospetto di violazione del diritto d’autore. Le potenti lobby dell’industria e dei media stanno facendo pressione sul governo affinché la legge sia adottata il prima possibile, ma oltre 30 parlamentari hanno lanciato l’allarme e se saremo in tanti ad agire ora potremo convincere il Presidente Monti ad abbandonare la legge bavaglio e a proteggere la nostra libertà della Rete.

Lo scorso anno la campagna di Avaaz ha generato un ciclone mediatico enorme e fermato AGCOM dall'adottare di nascosto un regolamento bavaglio simile a questa legge: possiamo farlo di nuovo. Monti è sempre più sensibile all’opinione pubblica man mano che la sua popolarità scende: ora è il momento di farci ascoltare. Clicca sotto per firmare la petizione per chiedergli di abbandonare il bavaglio e salvare Internet: le nostre firme saranno consegnate agli uffici del Presidente, ai ministri chiave e ai media:

http://www.avaaz.org/it/monti_save_our_internet/?vl 

Senza un effettivo sistema di pesi e contrappesi, AGCOM può diventare una vera minaccia alla nostra democrazia. Nominati dai maggiori partiti, i suoi membri operano con pochissima trasparenza e rispondono ai diktat di potenti interessi politici e industriali, spesso senza alcun controllo parlamentare. Ora, con la nuova legge, i suoi poteri di censura potrebbero crescere pericolosamente.

La bozza di legge trapelata permetterebbe ad AGCOM di chiudere, nell’arco di poche ore e senza l’intervento di un giudice, interi siti d'informazione e d'interesse pubblico, come WikiLeaks, portali di software libero e siti di video come Youtube, solo perché uno specifico contenuto o una canzone è sospettata di violare il diritto d’autore.

Il paladino della nuova legge bavaglio è il sottosegretario di stato, Antonio Catricalà, sotto l’enorme pressione di giganti dell’informazione come Mediaset e della potente industria dell’intrattenimento. Ma tanto l’influente sottosegretario Paolo Peluffo quanto il Presidente Monti sono molto preoccupati per le possibili conseguenze di una nuova mobilitazione popolare a causa della posizione sempre più instabile del governo.

Non ci rimane molto tempo. Il governo potrebbe approvare la legge in uno dei prossimi Consigli dei Ministri, rendendo definitivi i nuovi poteri di censura di Agcom, proprio ora che il suo mandato sta per scadere. Uniamoci alle voci dei parlamentari e chiediamo lo stop dell'approvazione in extremis di questa legge bavaglio che mette in pericolo Internet libero.Firma ora la petizione e condividila con tutti:

http://www.avaaz.org/it/monti_save_our_internet/?vl 

Negli ultimi due anni abbiamo aiutato a far nascere un movimento senza precedenti per la libertà di Internet, che ha fermato numerosi tentativi di imporre bavagli e altre censure in Italia e nel mondo, grazie alla raccolta di milioni di firme, con decine di migliaia di chiamate ai decisori, e lavorando palmo a palmo con giornalisti, politici e leader della società civile. Mostriamo la nostra forza collettiva e fermiamo questo nuovo attacco.

Con speranza e determinazione,

Luis, Luca, Emma, Ricken, Giulia, Antonia, Stephanie e tutto il team di Avaaz


Ulteriori Informazioni:

Agcom deve essere fermata: esperti e cittadini contro la legge bavaglio del governo (La Stampa)
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/448378/

La bozza di legge bavaglio trapelata (La Stampa)
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=1326

Il governo in soccorso all’Agcom sul diritto d’autore (Punto Informatico)
http://punto-informatico.it/3487960/PI/Commenti/diritto-autore-governo-soccorso-agcom.aspx

PD, IDV, UDC chiedono a Monti di esprimere la sua posizione sulla legge del governo e sul regolamento AGCOM (TMNews)
http://www.primaonline.it/2012/04/04/104439/internet-pd-idv-udcgoverno-renda-noto-testo-su-diritto-dautore/

Il Presidente dell’Agcom vuole approvare il regolamento prima di maggio (La Repubblica) 
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/04/04/news/calabro_va_avanti-32760683/

lunedì 16 aprile 2012

Un miliardo ai Nativi Americani

Obama l'aveva promesso; già nella sua campagna elettorale del 2008. Da allora alcuni passi sono stati fatti: nel 2009 si aprono i negoziati sui risarcimenti agli Indiani del Nord America, nel 2010 il presidente spinge il ministero dell'Agricoltura a versare 760 milioni di risarcimenti agli agricoltori (nel 1887 il Dawes Act affidò le terre delle tribù indiane alle compagnie terriere dei bianchi...attualmente il Governo Statunitense detiene 23 ettari di queste terre, affidate ad imprese private attraverso 100 mila contratti di locazione) e nel 2011 versa 380 milioni di dollari rivendicati dalla Nazione Osage.
Ora la firma: i Nativi Americani degli USA riceveranno un miliardo di dollari di risarcimento, soldi prelevati dal fondo governativo per il pagamento delle cause legali (Judgment fund). Lo ha reso noto il Dipartimento per gli Interni mercoledì 11 aprile. Si tratta di una pietra miliare per i rapporti con le Nazioni Indiane, che dal 1492 subiscono danni morali, fisici, in termini di vita, territori e tradizioni culturali che rischiano di andare perdute.
Dove andranno a finire questi soldi? Ancora non si sa, si spera che possano aiutare lo sviluppo delle tribù, soprattutto l'istruzione- negata o comunque di difficile accesso- e debellare l'alcolismo e le tossicodipendenze che affliggono questo grande popolo dello Spirito. Inoltre, i valori dei Nativi potrebbero essere di aiuto anche alla cultura bianca, soprattutto il rispetto per la terra.
Infatti non cessano le proteste dei Fox e dei Sac contro la costruzione dell'oleodotto Oklahoma-Golfo del Messico che il Governo vorrebbe approvare e che passa per i cimiteri sacri di queste due Nazioni native.

venerdì 13 aprile 2012

Quasi amici

Un'automobile in corsa, inseguita dalla polizia; sguardi seri e poche parole; credevo di essere andato al cinema a vedere una commedia e invece ecco una scena da film d'azione hollywoodiano. 
E invece... invece si ride, eccome!
"Quasi amici" è la storia di due universi: la Francia dei nobili e quella delle banlieue. Il bianco ed il nero. Eppure il bianco ed il nero si uniscono, diventano amici e non esce solo il grigio ma mille differenti colori.
Il senegalese Dris, dopo essersi fatto sei mesi di carcere per spaccio, si presenta ad un colloquio per assistere il nobile (e ricchissimo) Philippe, affetto da tetraplegia. In realtà la speranza è quella di un rifiuto ed una firma per ricevere il sussidio di disoccupazione, ma Philippe- forse perché troppo amante del rischio- accetta di assumerlo.
Da questo momento il film è uno spassosissimo scontro/incontro tra lo noblesse oblige e l'incontenibile vitalità e "volgarità" di Dris che fa vivere al suo assistito esperienze al limite, soprattutto per un paraplegico. Ma è proprio questo che Philippe apprezza: di non essere compatito. A volte Dris fa per passargli il telefonino perché "si dimentica" della malattia del suo datore di lavoro/amico.

Tratto da una storia vera, film è un godibilissimo insieme di comicità ("Dove si trova un paraplegico? Dove l'hai lasciato!") e umanità, perfettamente equilibrate, specchio e profezia di un futuro migliore di integrazione.

Titolo originale: Intouchables
Nazionalità: Francia
Anno: 2011
Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano
Attori principali: Francois Cruzet, Omar Sy

L'autore a chi legge

"Due sono le funzioni principali della vita: la nutrizione e la propagazione della specie; a coloro quindi che, rivolgendo la mente a questi due bisogni dell'esistenza, li studiano e suggeriscono norme onde vengano soddisfatti nel miglior modo possibile, per rendere meno triste la vita stessa e per giovare all'umanità, sia lecito sperare che questa, pur se non apprezza le loro fatiche, sia almeno prodiga di un benigno compatimento".

Pellegrino Artusi, "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene"

giovedì 12 aprile 2012

Siria: tregua poco credibile

Dalle 6 di stamattina (5, in Italia) 12 aprile è entrata in vigore la tregua in Siria sulla spinta del Piano Annan, una Road Map for Peace elaborata da Kofi Annan delegato dall'ONU e dalla Lega Araba per la Pace in Siria.
I punti del piano sono:
1- Aprire un processo politico in Siria attento alle aspirazioni e le preoccupazioni della popolazione
2- L'ONU sorvegli la cessazione delle violenze da parte di tutte le fazioni
3- Tutte le parti attuino una tregua umanitaria di due ore al giorno per assicurare aiuti e soccorsi
4- Rilascio di prigionieri detenuti arbitrariamente
5- Libertà per i giornalisti
6- Rispetto della libertà di associazione e di poter dimostrare in modo pacifico

Il presidente al-Assad ha espresso, attraverso le parole del ministro degli esteri, che non verranno accettati attacchi dai terroristi. Peccato che i terroristi dal loro punto di vista sono coloro che stanno lottando per la libertà in Siria.
Dall'opposizione al regime in tanto arrivano voci riguardo al non cessamento dei massacri e si parla di altre 52 vittime negli ultimi giorni.

Annan non ritiene che il Piano sia fallito, ma si tratta comunque di una tregua solo sulla carta.

martedì 10 aprile 2012

Due documentari sulla prostituzione alla rassegna "Immagine Donna"


Domani, Mercoledì 11 Aprile alle ore 21.15 all’Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto, si conclude la Rassegna ”Immagine Donna” proposta dalla Fondazione “Libero Bizzarri” con il Comitato “Se Non Ora Quando”, l’Assessore alle Politiche Sociali e alla Cultura Margherita Sorge e la Consigliera alle Pari Opportunità Palma Del Zompo.
La serata, organizzata in collaborazione con l’Associazione On The Road affronterà il problema della prostituzione e dello sfruttamento che molte donne sono costrette a subire.
Saranno proiettati due documentari, “Lavoravo a strada” (Italia, 2008, 24′) di Alessandra Marolla che è la storia di quattro ragazze di provenienza diversa: Ucraina, Moldavia, Romania, Nigeria. All’arrivo in Italia hanno avuto un destino comune: la prostituzione in strada. La promessa di una vita diversa lontano da fame e miseria. L’inganno. Il marciapiede. Poi la riconquista di una libertà dal sapore della rinascita, che non cancella tuttavia le cicatrici di un’esperienza che le aveva rese schiave.
“NERA – not the promised land” (Italia 2007, 30′) di Andrea Deaglio, storia di una ragazza nigeriana arrivata in Italia, costretta a vendersi in strada e a pagare i suoi sfruttatori. Riuscirà a riscattarsi? Negli anni novanta era “protagonista” sui viali di città, ora è soppiantata dalle donne dell’est. Per questo si sposta nelle province e si svende per pochi euro ad altri immigrati. La prostituta nigeriana, in continua migrazione e alla ricerca di identità e riscatto, si racconta.
Interverranno il Presidente dell’Associazione On The Road ONLUS Vincenzo Castelli, Alexandra Mejsnarova eCristiana Bianucci.

100% vegetariani, 76% vegani, 69% senza conservanti, 57% nudi: LUSH!

Ci sono prodotti che conquistano, che lasciano senza parole per qualità, bellezza, innovazione e... etica aziendale! Per me la folgorazione è avvenuta con i prodotti cosmetici Lush: shampoo, bagnoschiuma, saponi, balsami, deodoranti, profumi, creme per il corpo, e chi più ne ha più ne metta.
Chi entra in un loro negozio viene investito da una grande varietà di profumi e colori, nomi e pubblicità intriganti e sensuali, giocosi e ribelli. I prodotti sono innovativi e divertenti: come, ad esempio, le Ballistiche, schiume da bagno solide in varie forme che esplodono in acqua liberando profumi e sorprese varie (petali di rosa, brillantini...).

Lush nasce dalla genialità di Mark Constantine di mescolare prodotti vegetariani e vegani con un'etica ecologista ed animalista. Infatti i prodotti Lush sono creati (a mano!) con frutta e verdura fresca, spesso biologica e con prodotti naturali; pochi gli ingredienti sintetici e che comunque non sono testati sugli animali. Anche perché il pelo del coniglio non ha nulla a che vedere con il pelo umano! Il risparmio sul packaging è totale, la maggior parte dei prodotti è solida (shampoo, saponi, balsami...) e viene venduta "nuda", semplicemente avvolta in carta. Inoltre le confezioni sono in plastica riciclata e riciclabile (per ogni cinque barattoli restituiti il negozio regala una maschera per il viso).
Non viene usato (a differenza di quasi tutti gli altri prodotti cosmetici) l'olio di palma, in quanto proveniente dalla foresta pluviale indonesiana e malesiana in rischio disboscamento (con i conseguenti rischi per gli animali che vi abitano e per la tribù degli Orang Rimba); in sostituzione vengono utilizzati l'olio di cocco e l'olio di colza.
Il burro di cacao utilizzato proviene dalla The Peace Comunity della Colombia (candidata al premio Nobel per la Pace el 2007).
Inoltre l'ONG Re-wrap crea Furoshiki (foulard tipici della tradizione giapponesi in cui si avvolgono i regali) per impacchettare i regali Lush. Il cotone biologico utilizzato costa il 30% in più del normale (e del resto tutti i prodotti Lush hanno costo maggiore del normale) ma ne vale la pena se questo significa fare del bene alla natura e "all'umanità".

Insomma, con Lush il bene è per il corpo, ma anche per il Pianeta Terra!

lunedì 9 aprile 2012

Dalla parte della natura: salvare il lago Titicaca!


Gli Indios protestano, sempre, quando la loro terra, la terra di cui si sentono custodi e non proprietari, viene calpestata e profanata.
Ora le proteste riguardanti il lago Titicaca, il più "alto" al mondo, posto 3.812 m sopra il livello del mare e con una superficie che si estende per 8.330 km quadrati fra Bolivia e Perù. Il loro lago è inquinato, anzi è il più inquinato del pianeta secondo il Global Nature Fund.
La motivazione principale di questo inquinamento è dovuta all'immisione di rifiuti provenienti dal Rio Seco, che trasporta plastica, liquami e una fanghiglia verde segno del decadimento del lago. Il Rio bagna la città di El Alto che negli ultimi 20 anni è cresciuta a dismisura, senza che però le fognature e i depuratori venissero rimodernati per poter servire una città in continua crescita. Inoltre nel fiume finiscono i rifiuti chimici dei laboratori clandestini che trasformano la coca in cocaina. Risultato: la mortalità infantile è cresciuta del 10 %. Sì, perché l'acqua del Titicaca è l'acqua che si usa per bere, lavarsi e cucinare. Molte specie sono in via d'estinzione e sicuramente la carpa Amanto è stata dichiarata estinta. I poli di maggiore rischio sono la baia di Cohana e la zona delle "isole galleggianti" sul versante peruviano dove abitano gli Uros, nei loro villaggi fatti di capanne e che si spostano su piroghe di legno e vimini.

Ciò che chiedono gli Indios è che la Comunità Internazionale prenda provvedimenti perché oltre che lo sterminio di un popolo si rischia un grave minaccia per un intero ecosistema.

venerdì 6 aprile 2012

Thick as a brick...40 anni dopo

Forse qualche fan di vecchia data ci sperava, forse è stato il mercato discografico in crisi ad esigere il sequel di uno dei più bei album progressive di tutti i tempi: Thick as a brick! Ma forse è stato semplicemente il desiderio di riprendere in mano vecchie idee e di ampliarle ora che ricorre il quarantennale del capolavoro dei Jethro Tull. Ad ogni modo, ora lo abbiamo tra le mani e nelle orecchie e una certa emozione ci pervade, perché tralasciando critiche alla possibile mossa commerciale di Ian Anderson (leader indiscusso del gruppo, e qui unico membro originale della band che ha voluto firmarlo a suo nome pur lasciandolo un prodotto Tull al 100%) e abbandonando la nostalgia per il passato Thick as a brick 2 - Whatewer happened to Gerald Bostock? è veramente un bell'album! Forse qualche canzone è un po' riempitiva, ma nell'insieme non fa rimpiangere il gruppo di un tempo, anzi.


L'originale del 1972 consisteva in un'unica canzone di 45 minuti divisa in due parti (le facciate A e B dell'LP) e raccontava la storia di un bambino prodigio di 10 anni, Gerald Bostock, "autore" del testo della canzone che dava il titolo all'album. Il tutto confezionato in una copertina che riproduceva la prima pagina di un giornale locale che riportava notizie sul bambino prodigio.
Ora Ian Anderson si interroga su quali pieghe possibili avrebbe potuto prendere la vita dell'ormai cinquantenne Gerald...un espediente per meditare sui vari bivi che ognuno di noi incontra sulla strada della propria vita, condito con la solita ironia che caratterizza il cantante/flautista Ian Anerson. Ovviamente, in copertina viene rappresentata la Homepage del sito dello stesso quotidiano di 40anni fa.


Tutti gli elementi del caratteristico suono Tull sono racchiusi i questo lavoro, il 22esimo in 45 anni carriera: il folk, il blues, il rock, Bach, il flauto, l'ironia....il progressive rock, insomma! il suono generale è assolutamente moderno, pur strizzando l'occhio ad alcuni dei riff che hanno fatto la storia di questo grande gruppo (uno dei più longevi del rock) e del suo istrionico leader.
A maggio in Italia!

giovedì 5 aprile 2012

L'avvento di una nuova era


Qualche giorno fa sono andato con la mia dolce metà a fare un po' di "shopping" (in realtà avevo proprio bisogno di rinnovare il guardaroba...quindi, una necessità più che un divertimento!) e mi ha profondamente rattristato vedere molti capi Made in Myanmar. Ma come? Come si posso vendere prodotto fabbricati in uno dei paesi più corrotti al mondo, in qui dal 1962 vige un regime militare che ostacola la democrazia, la libertà di opinione...?
Allora il mio pensiero è volato a quella grandissima eroina della libertà che è Aung San Suu Kyi e proprio Domenica è giunta la notizia della sua entrata in Parlamento!

"L'avvento di una nuova era": così la leader della Lega Nazionale per la Democrazia ha salutato i risultati dell'elezioni suppletive di domenica che hanno visto il suo partito di opposizione al regime vincere in 43 su 44 dei seggi in cui il partito si è presentato (la circoscrizione di Kawhmuh). 
Una vittoria per il premio Nobel per la pace che ha vissuto 15 di carcere e  arresti domiciliari per la sua opposizione non-violenta al regime militare del Myanmar.

E' l'ennesimo segnale di una piccola apertura del presidente Thein (primo presidente civile dal 1962) verso la democratizzazione del Paese, ma solo il tempo potrà mostrarne i risultati.

Intanto siano di incoraggiamento le parole del Mahatma Gandhi: 
 When I despair, I remember that all through history the way of truth and love has always won. There have been tyrants and murderers and for a time they seem invincible but in the end, they always fall -- think of it, ALWAYS. 

martedì 3 aprile 2012

Iron Maiden: amore e odio

Gli Iron lo sanno: i fan comprerebbero anche i loro rifiuti organici se fossero in commercio...e ne approfittano.
Ad ogni album nuovo ecco che l'anno dopo esce un live, poi una raccolta, poi un DVD e poi chissà cos'altro.
Questo live non aggiunge niente alla loro spettacolare discografia (almeno fino a Dance of death, ed eliminando Virtual XI), anzi toglie in fatto di qualità. 
Nulla da ridire sulla bravura dei singoli musicisti (anche se McBrain non è più il batterista di una volta!), ma le canzoni...le canzoni di The final frontier non funzionavano su album e non funzionano nemmeno dal vivo. Per il resto ci sono le solite grandi songs (anche se nemmeno un brano dal penultimo T.M.O.L.A.D.; almeno These color don't run potevano includerla!) e la chicca di Running free.
In quanto al suono è mixato malissimo e ciò che si sente di più sono il basso di Harris e il pubblico di SanThiago del Cile. Peccato, soprattutto considerando che gli Iron hanno pubblicato due dei più bei live di sempre: Live after death ed il Live at Doninghton.

Detto questo, non si capisce dove stiano andando i Maiden. Non sono un nostalgico, anzi amo i gruppi che si sanno sempre rinnovare...ma rinnovare in meglio! Secondo loro stanno suonando progressive, ma erano mille volte più progressive album come Somewhere in time (1986) e 7th son of a 7th son (1988). Semplicemente stanno scrivendo canzoni brutte, assemblate a caso (sentire i cambi di tempo SBAGLIATI- non in controtempo, proprio sbagliati- di Eldorado) e noiosissime.
Mille volte meglio il nuovo album di Dr. John (a breve la recensione).

Amore per la band live e per i brani fino ai primi anni duemila, odio profondo per i Maiden del nuovo decennio.

lunedì 2 aprile 2012

Il "tetto del mondo" continua a bruciare

E' salito a 33 il numero dei giovani monaci tibetani che, dall'anno scorso, si sono immolati per la libertà del Tibet dandosi fuoco. Gli ultimi due, di 22 e 21 anni, lo scorso venerdì 30 marzo.
In risposta il governo cinese, secondo le notizie che giungono dalla ONG newyorchese Human Rights Watch, hanno messo sotto controllo tutti i 1787 templi della regione. Il silenzio e la censura sulle notizie da parte della Cina equivalgono ad un'ammissione di colpa.
Tenzin Gyatso, XVI Dalai Lama e XIV reincarnazione di Buddha, in esilio da 53 anni, continua la sua campagna non violenta per la libertà del proprio popolo (anche se l'anno scorso si è dimesso dagli incarichi politici), chiedendo un possibile compèromesso: che il Tibet rimanga territorio cinese ma con una particolare autonomia. Il governo cinese non lo accoglie, ma il sorriso del Dalai Lama, "Oceano di saggezza", rimane l'unica speranza per un Tibet libero.